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Cos’è la nostalgia?
di Sara Poma
Ho sempre avuto grande rispetto della nostalgia. Immagino perché mi è sempre stato chiaro che provare nostalgia non equivale semplicemente a essere nostalgici; ho sempre saputo, insomma, che si tratta di un sentimento complesso, dalle mille sfaccettature. Quando dico sempre, intendo anche quando mi capitava di provarla da bambina. Capivo che mi trovavo di fronte a qualcosa di misterioso. Avere quindi - grazie a Palazzo Ducale di Genova che fino a settembre ospita una mostra intitolata “Nostalgia” - la possibilità di indagare su questo sentimento è stato un grande regalo.
E poterlo fare con persone le cui riflessioni sono sempre sorprendenti (Mario Calabresi, Giulia Cavaliere, Raffaella Silvestri, Sofia Borri, Paolo Nori, Simone Pieranni, Ilaria Bonacossa, solo per citarne alcune) ha trasformato questa mia indagine in un viaggio.
di Francesca Bottenghi
Quando si scrive un podcast, uno dei momenti chiave è quello in cui si riascoltano le interviste e si individuano le parti da inserire nelle diverse puntate. È un passaggio importantissimo – nonché uno dei miei preferiti – perché tutto il racconto va a costruirsi intorno alle voci raccolte. Una cosa, infatti, è la struttura che viene stabilita a livello teorico, prima di registrare le conversazioni, e un’altra è la struttura che prende vita attorno alle interviste.
Per “Sulla nostalgia” Sara Poma ha deciso di parlare con una decina di figure diverse – per includere più visioni e mondi possibili – quindi avevamo parecchio materiale audio. Dopo aver trascritto e risentito ogni chiacchierata, abbiamo fatto un delicato lavoro di selezione e rinuncia.
Ora i quattro episodi ospitano da un minimo di tre a un massimo di sette voci esterne, e riescono ad analizzare la nostalgia in un modo così ricco e variegato da permettere a ogni persona di riconoscersi. E chi non si ritrova può comunque scoprire qualcosa su un sentimento che è molto più positivo di quello che sembra.
Un film: C’era una volta in America
di Tommaso de Lorenzis
Stati Uniti, 1968. Un vecchio gangster riceve una misteriosa lettera che lo proietta indietro nel tempo. E così David Aaronson, detto “Noodles”, torna a New York, da cui era fuggito trentacinque anni prima, per affrontare i fantasmi di un passato che credeva sepolto per sempre.
Questo è l’incipit di C’era una volta in America, il capolavoro del regista Sergio Leone e il più grande manifesto cinematografico della nostalgia. Con un perfetto montaggio che alterna i flashback al presente narrativo e sulle note struggenti dei temi composti da Ennio Morricone, il film racconta l’epopea degli States al tempo del proibizionismo attraverso le speranze, i sogni e gli amori di un gruppo di criminali – inseparabili amici – che vogliono farsi strada a qualunque costo.
La nostalgia è il carburante che alimenta un viaggio nelle pieghe del tempo perduto, fino alla scoperta che il passato è un teatro ingannevole di ombre cinesi: una inospitale terra straniera in cui l’innocenza è irrimediabilmente smarrita.
Non c'è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state
Fernando Pessoa
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Bellissimo podcast. E poi da sradicata figlia di sradicati mi ha interessato molto. Sradicati per modo di dire: nel 1955 i miei genitori si sono trasferiti a Caracas per lavoro. Io sono nata li nel ‘59 e dopo tre anni siamo tornati in Italia. E per loro è stato un seconda sradicamento. Il Venezuela non era quello di adesso! Cerco sempre di parlare spagnolo (maccheronico) appena sento un accento sudamericano. E se trovo dei venezuelani il cuore mi batte ancora. Grazie per gli spunti ! Barbara Beneyton Pavesio