Non esistono ragazzi cattivi
Storie da Kayros, la comunità alle porte di Milano che offre una seconda possibilità a ragazzi in difficoltà
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Un cancello sempre aperto
di Gabriella Simoni, giornalista e autrice del podcast
I ragazzi di Kayros sono quelli che ci fanno paura: perché sono dei bulli, perché sono degli emarginati, perché riempiono le pagine di cronaca.
Ma quello che ho imparato in tanti anni passati in strada è che ogni realtà anche la più difficile ha un’altra faccia vista da vicino. Così quelli che da lontano sembrano solo cattivi ragazzi sono figli che non hanno avuto padri, bambini che non sono stati mai bambini, pacchi imbarcati su carrette sfasciate e inviati al di là del mare, piccoli schiavi maltrattati.
Certo sono difficili. I tentativi di recupero si infrangono contro muri di diffidenza e per molti è più facile delinquere che iniziare il percorso faticoso che li porterebbe ad una nuova vita. Ma a Milano c’è un posto dove un prete e i suoi collaboratori non si arrendono: aspettano che i ragazzi finiscano la spirale infinita di capriole, cadute, rinascite, ricadute e li riaccolgono sempre. Che aspettano il loro Kayros, che in greco vuol dire “ il momento opportuno”.
Nella comunità Kayros il cancello è sempre aperto.
di Francesca Abruzzese
Non posso dimenticare la prima volta che sono stata a Kayros. Siamo arrivate che il sole picchiava forte e non c’era nessuno in giro. Allora ci siamo sedute su una delle panche all’ombra, ai lati del campo da basket, e Gabriella mi ha detto: “Bene, adesso aspettiamo”.
Non ci sono altri modi per registrare delle interviste vere, quelle che grattano la superficie dei “tutto bene” e delle risposte standard. Aspettare, ascoltare e dare il tempo giusto per sentirsi a proprio agio. Soprattutto quando parli con dei ragazzi feriti, che hanno passato la maggior parte della loro vita a nascondere le proprie debolezze e a comunicare urlando, perché per loro è l’unico modo per farsi ascoltare.
Ci abbiamo messo quasi un anno per realizzare Quei cattivi ragazzi. Ma credo che in realtà ce ne siano voluti molti di più: non saremmo riusciti a fare questo lavoro senza la dedizione di Gabriella Simoni che ogni settimana per gli ultimi vent’anni torna lì a sedersi su quella panchina ad ascoltare.
Un podcast realizzato con il contributo di Tutela legale
Un podcast: Cocaina e babà
Chi è Pino? Difficile dare una sola risposta: è un imprenditore, un uomo con una storia di eccessi alle spalle, che ha coronato il sogno di aprire un suo locale nella ristorazione. Ma ci è riuscito solo dopo essere uscito dal buco nero della dipendenza dalla cocaina. Cocaina e babà è un podcast tra italiano e napoletano che ripercorre la vita complicata di Pino. Un uomo che non ha paura di nascondere il suo passato, perché lo ha reso la persona che è oggi: sa che se il drago della dipendenza si risveglierà, lui dovrà combattere ancora. Pino Bozza parla del suo rinascere, raccontandosi senza sconti, consapevole della sua vulnerabilità e dei suoi sbagli.
Cocaina e Babà è il podcast d'esordio della giornalista Gabriella Simoni, che in televisione ha raccontato i conflitti internazionali degli ultimi 30 anni. Ma anche storie di mondi difficili, di bulli e ingiustizie. Non poteva che essere lei a guidarci nella scoperta delle storie di Kayros.
Cerco ancora il mio posto nel mondo, come chi nasce per sbaglio
Lazza
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