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Il desiderio di una vita
di Silvia Nucini, autrice del podcast “Volevo essere libera”
Quando ho iniziato le ricerche per la scrittura del podcast dedicato alla vita di Peggy Guggenheim sapevo quello che di lei sanno tutti: che è stata una grande collezionista d’arte del 900, una mecenate, una ricca ed eccentrica signora dalla vita interessante.
Quando ho finito avevo di lei un’immagine completamente diversa: quella di una donna che si è ribellata alle convenzioni del suo tempo e che ha trovato nell’arte e negli artisti quel mondo libero nel quale si è potuta sentire accolta, a casa. “Volevo essere libera” non è solo il titolo del podcast, ma il desiderio che mi sembra aver mosso tutta la sua esistenza.
Il podcast sarà disponibile dal 23 settembre su tutte le piattaforme di ascolto. Segui il podcast sulla tua piattaforma preferita e attiva la campanella per ricevere la notifica all’uscita degli episodi.
di Sara Poma, head of Chora Studio
Una delle parti più belle del mio lavoro è scegliere la voce o le voci più adatte per interpretare una storia. Nel caso di quella di Peggy Guggenheim - una storia più grande della vita stessa, come dice nel podcast la nipote Karole Vail - la sfida era duplice. Bisognava trovare chi portasse avanti la narrazione e chi interpretasse Peggy, nelle citazioni che Silvia Nucini ha preso in prestito dalla sua autobiografia.
Entrambe le voci dovevano restituire la forza dirompente di una vita tumultuosa, che - come si ascolta nei primi minuti del podcast - assomiglia all'acqua nel suo essere sempre “pronta a rompere gli argini quando diventano gabbie”.
Per la narrazione, la scelta è ricaduta su Sara Drago. La conoscete di sicuro per il suo ruolo da protagonista in Call My Agent ed è una di quelle attrici la cui voce non può non rimanere impressa. Il suo timbro è ruvido e dolce al tempo stesso e oggettivamente irresistibile.
Sulla scelta, invece, di chi dovesse interpretare Peggy Guggenheim, Silvia Nucini, Luca Micheli e io abbiamo passato in rassegna decine e decine di voci. Era importante trovare qualcuno che abitasse quello spirito ribelle e aristocratico al tempo stesso.
Alla fine, abbiamo trovato Cinzia Spanò che - fun fact - è colei che sentite all’inizio di ognuno dei nostri podcast. È infatti, fra le mille altre cose che ha fatto, la voce del logo sonoro di Chora.
di Francesca Abruzzese, autrice
È il titolo della sua canzone più famosa, quella che l’ha consegnata per sempre alla hall of fame della musica, per questo che non era possibile dare altri titoli da dare alla sua biografia su pellicola.
Il film Respect è la storia di Aretha Franklin e di come la sua potentissima e meravigliosa voce ha cambiato la musica degli anni ‘60. Ma è anche la storia di una giovane e timida ragazza che affronta un mondo fatto per gli uomini e diventa una donna forte, che sa qual è il suo valore.
Al grido di “freedom” e “respect”, “libertà” e “rispetto”, le sue canzoni entrano nei movimenti di affermazione femminile tanto quanto nelle hit parade musicali. Queste due anime si mescolano perfettamente in un biopic denso di musica.
Una ragazza saggia conosce i suoi limiti, ma una intelligente sa che non ne ha.
Marilyn Monroe
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