Che turista sei?
Un approfondimento sul turismo e su ciò che il “viaggio” porta con sé, nel bene e nel male
Ciao! Stai leggendo Verba Manent, la newsletter settimanale di Chora Media che racconta un nuovo podcast a cui abbiamo lavorato, ti porta nel backstage e ti dà un buon consiglio per approfondire il tema di cui stiamo parlando.
📨 Questa newsletter ti è stata inviata? Per riceverla anche tu ogni sabato puoi iscriverti qui.
🕙 Oggi si legge tutta in circa 5 minuti
Sì, viaggiare?
“Sì, viaggiare”, è una frase che inevitabilmente molte persone accostano all’estate o a Lucio Battisti. Il mese di agosto in Italia diventa sinonimo di ferie, relax e viaggio. Di certo, è un momento in cui il concetto di turismo ci tocca più da vicino: sia quando siamo noi a essere esploratori di altri Paesi e città, sia quando guardiamo i turisti con gli occhi dell’abitante locale (e un po’ li odiamo).
In questo numero parleremo di come è cambiato il nostro concetto di “villeggiatura estiva”, di come l’overtourism sia diventato un problema in diverse città e anche di quello che viene chiamato dark tourism, l’andare in villeggiatura in luoghi che richiamano stragi o eventi terribili (spoiler: è sempre più diffuso).
Come è cambiato il nostro modo di viaggiare
Secondo i dati di Coldiretti, quest’estate sono partiti o partiranno circa 38 milioni di italiani.
Tra le varie informazioni che emergono da questo report ce n’è una che è particolarmente interessante perché racconta come lo stesso concetto di “estate italiana” sia cambiato nel tempo – per la crescita dei prezzi, ma anche per l’evoluzione dei nostri stili di vita e della diversa concezione di tempo libero.
Ricordate quando la partenza per le vacanze assomigliava a un trasloco? Ora non è più così: la tipica villeggiatura agostana (Un’estate al mare, cantava Giuni Russo nel 1982) che faceva spostare intere famiglie per settimane, lascia il posto a viaggi sempre più brevi. Solo una piccola percentuale della popolazione, infatti, starà via per più di due settimane. Due settimane che non bastano né per ricaricare le energie spese durante l’anno, né per far nascere nuove storie d’amore: avete presente i falò, le chitarre, la carne e le canne di cui parlava Brunori in Guardia ‘82?
Ecco, quelle estati lì non ci sono più. Ma guardiamo il lato positivo: se non si fa più in tempo a innamorarsi al mare, ci si evita anche lo struggimento della “sera dell'addio, del ‘ci sentiamo’, ‘ti penso’, ‘ti chiamo’, ‘scrivi’, ‘ricordi’, ‘ti prego’, ‘ti amo’” cantato da Jovanotti in Estate 1992.
Abbiamo approfondito il modo in cui è cambiata l’estate qui:
“Turisti andate a casa”
A inizio luglio ha fatto il giro del mondo l’immagine del gruppo di manifestanti che a Barcellona ha spruzzato acqua contro alcuni turisti nella città di Barcellona, gridando “Afuera turistas!”. Questo video è diventato il simbolo di una ribellione contro l’overtourism e come sta cambiando le città.
I numeri da record del turismo non sono una novità, ma in alcune parti del mondo hanno avuto un’impennata soprattutto dalla fine della pandemia. Il movimento contro i turisti è una reazione a questo fenomeno: è nato alle Canarie, in Spagna, dove un collettivo molto determinato, per farsi notare dalla politica, ha cominciato una serie di scioperi della fame contro il numero esorbitante di turisti che prendevano d’assalto le isole. Ora questo movimento comincia a ottenere qualche risposta: alla fine di giugno, il sindaco di Barcellona ha annunciato che la sua città non darà nuove licenze e non rinnoverà le vecchie per permettere ai proprietari di affittare casa a breve termine ad uso vacanze.
Abbiamo anche un esempio italiano: alla fine di aprile, il sindaco di Venezia ha adottato un provvedimento straordinario mai visto prima in Italia. Dal ponte del 25 aprile fino a luglio, per entrare in città sarebbe stato necessario pagare un biglietto di 5€, tranne che per i residenti. L’idea è quella di disincentivare il turismo di massa, ridimensionando l’entusiasmo dei turisti.
Cecilia Sala ha approfondito il tema dell’overtourism in questa puntata di Stories.
Ma noi, da turisti, possiamo fare qualcosa?
Non importa se appartieni al gruppo di persone amanti dei last minute o quello che prenota le vacanze a marzo, probabilmente ti sarai fatto affascinare dalle destinazioni fotografate sui social o promosse da qualche pubblicità in tv.
Ogni anno, il turismo di massa, anche sospinto da una discreta FOMO sociale, si accompagna sempre più spesso a inquinamento e insostenibilità. Alla base del problema, c’è la mancanza di una vera e propria consapevolezza ed educazione al turismo: i fine settimana fuori porta sono diventati le nostre valvole di sfogo preferite dal lavoro. Ma si portano dietro anche lo sfruttamento delle risorse del territorio che ci ospita e l’inquinamento dei mezzi di trasporto che usiamo per arrivarci. Oggi solo 3 persone su 10 si preoccupano di questi fattori quando pianificano le vacanze.
Francesco Oggiano affronta con l’aiuto di Andrea Fagnoni, Chief Client Officer di Ipsos, e Giulia Lamarca, content creator, viaggiatrice e divulgatrice, un tema vacanziero sempre più urgente: qual è il punto di equilibrio tra turismo e scelta responsabile?
Il turismo dei disastri è sempre più diffuso
Il fenomeno del dark tourism, ovvero organizzare le vacanze in zone colpite da disastri e tragedie che sono entrati nella storia, non è un fenomeno recente. Già nel 1917 i fratelli Michelin pubblicarono una guida sui campi di battaglia in Francia, mostrandone il prima e dopo, ancora prima che la guerra terminasse.
Il primo ad aver utilizzato l'espressione "turismo macabro" è stato J. John Lennon, professore alla Glasgow Caledonia University. Lo studioso ha ipotizzato che il fenomeno abbia avuto inizio con le impiccagioni pubbliche a Londra nel XII secolo, durante le quali la folla si radunava per osservare la scena. Secondo Lennon esisterebbero poi prove che nel 1815 le persone abbiano assistito alla battaglia di Waterloo direttamente dalle carrozze, quasi come fossero una immensa rappresentazione teatrale.
Oggi le mete più importanti dove viene praticato questo tipo di turismo sono Chernobyl e Fukushima, Vienna – dove vengono osservate le catacombe legate alla peste bubbonica – e siti subacquei in cui vengono esplorati relitti marittimi.
Ma cosa spinge le persone a visitare questi luoghi? Simone Pieranni ha approfondito questa tendenza, che è sempre più diffusa, nell’ultima puntata estiva di Fuori da qui:
Tra vent’anni sarete più delusi
per le cose che non avete fatto
che per quelle che avete fatto.
Quindi mollate le cime.
Allontanatevi dal porto sicuro.
Prendete con le vostre vele i venti.
Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain
Seguici su nostri canali:
Instagram - TikTok - Facebook - LinkedIn - Telegram - Youtube
🎙️ Ascolta i nostri podcast